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  • Immagine del redattoreStoria e Cultura

LA NASCITA DELL'ALAMBICCO E L'ALCHIMIA ARABA

Aggiornamento: 3 mar 2021


Abu Musa Jabir Ibn Hayyan

Prima della fine del XIII secolo il mondo arabo compí alcuni dei più straordinari progressi in campo intellettuale e scientifico di tutte le culture da loro conosciute. Migliaia di anni di distillazione da parte dei cinesi e indiani non raggiunsero neanche lontanamente il grado di purezza dell’alcol degli arabi. Durante l’impero Islamico l'alchimista persiano Abu Musa Jabir Ibn Hayyan (conosciuto come Geber o al-Jabir, 721-815 d.C. circa,) progettó un tipo di dispositivo dotato di due storte, che chiamó taqtir o al-ambiq, oggi chiamato da noi alambicco, capace di concentrare più vapore e raffreddare il liquido per raccogliere più alcol. Al-Jabir distillava e mentre cercava gli ingredienti per la pietra filosofale trovò una sostanza in grado di isolare l’oro nascosto in elementi minori, l’acqua régia, una miscela di distillati di acido cloridrico e acido solforico. Forse non era la pietra filosofale, ma era comunque una scoperta di grande valore.

"la pietra filosofale è una fantasiosa composizione chimica, invano cercata dagli alchimisti, che avrebbe dovuto possedere straordinarie virtú, come quella di trasformare qualsiasi metallo vile in oro"

Dopo la morte di al-Jabir, l’alchimista yemenita e unico nella conoscenza di tutte le scienze antiche al-Kindi (801-873 d.C. circa), in base all’opera di al-Jabir ricavó un "distillato digeribile" dal vino, il brandy. Al-Kindi inoltre riuscì a isolare l’etanolo, raccogliendo al di sopra del 90% di purezza. (Ci vorrà ancora un millennio affinché l’etanolo assoluto sia raccolto). Il successore Avicenna, medico, filosofo, matematico, logico, e fisico persiano sviluppò un processo di distillazione a vapore, che impiegó per ottenere oli essenziali. Grazie a questo venne considerato il padre dell’aromaterapia. Gli esperimenti di al-Kindi furono un seme di ispirazione anche in campo medico dove catturarono l’attenzione dell’alchimista persiano al-Razi o Rhazes, studioso di musica e poi di medicina, diresse l'Ospedale Muqtadari a Baghdad. Presentó l’uso dei mortai, flaconi, spatole e fiale per la preparazione di composti, inoltre con esperimenti clinici dimostrò che l’alcol migliora l’assorbimento delle proprietà medicinali e che è un ottimo conservante che previene la fermentazione e la decomposizione dei medicinali. Prima di queste scoperte le malattie venivano curate con rimedi antichi e la magia. Al-Razi finì la sua brillante carriera dopo la pubblicazione del libro “Il Libro Completo Sulla Medicina”, questo manoscritto smentiva le dottrine di un importante mullah, e per punizione al-Razi venne condannato ad essere picchiato sulla testa dal suo stesso trattato fino a quando il libro non si fosse rotto, il che gli provocò cecità permanente. Ricorderemo Al-Razi come il più grande medico arabo del medioevo.


Testo a cura di Adriano Fasano

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