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  • Immagine del redattoreStoria e Cultura

FIRENZE PATRIA D'ARTE DEL NEGRONI

Aggiornamento: 1 feb 2021


Firenze, una città incantevole che non smette mai di sorprendere, con i suoi capolavori d’arte, i marmi colorati delle chiese e la sua architettura rinascimentale. Capitale d’arte Firenze è anche la culla del celebre cocktail Negroni che nasce tra il 1917 e il 1920 al bancone del Casoni, dalla richiesta del Conte Camillo Negroni di un "americano" rinforzato con Gin e dall’esperienza dell’eclettico barista Fosco Bruno Sabatino Scarselli. Camillo raccontó a Fosco che egli amava l’americano perché, nel suo lungo pellegrinaggio lontano dalla sua terra natia gli ricordava i profumi e le fragranze dell’Italia e perché aveva quel sapore dolce e amaro al tempo stesso, come la vita. La variante a base di Gin diede più robustezza con piacevoli sensazioni secche e pulite esaltandone i sapori, da lí il cocktail Negroni intraprese il suo lungo viaggio nella storia e verso il successo, ad oggi riconosciuto quasi in tutto il mondo, dove il barista fa da messaggero e Firenze la sua patria.



IL CASONI

Situato a cavallo tra via de’ Tornabuoni e via della Spada, di fronte al Palazzo Rucellai-Navone vi era il Casoni Drogheria Profumeria, fondato nel 1820 da Ugo Casoni, locali che venivano identificati allora come “appalto” (nome dato a quelle attività che oltre a profumi, spezie, cioccolata, dolciumi e altre prelibatezze vendevano anche tabacchi e prodotti alcolici) dove si poteva mangiare stuzzichini e bere del buon vino, del vermouth o qualche altro liquore sopraffino. Il fondatore Ugo Casoni aveva scelto un angolo strategicamente perfetto, dal punto di vista commerciale quel crocivia era attraversato da nobili, meno nobili, funzionari, regnanti, avvocati, finanzieri, politici e banchieri, chiunque passasse da quell’incrocio così caratteristico si sentiva un po’ speciale. Il Casoni chiuse i battenti nel 1932 e fu rimpiazzata dal Caffè Giacosa.

Via degli Strozzi che porta a via de'Tornabuoni e la Drogheria Profumeria Casoni 1890


L'ANTICO ACQUACEDRATAIO


Risalendo ancora indietro nel tempo, il primo esercizio che aprì a Firenze fú un “acquacedrataio” in Porta Rossa all’inizio del settecento. Gli acquacedratai son quelli che anticiparono le aperture dei caffè, loro offrivano ai passanti cedrate e limonate, tazze di cioccolata e una bevanda strana e molto amara importata dai Veneziani dal lontano Oriente, che i Turchi chiamavano Kuebwa. Gli italiani lo ribattezzarono “ vino islamico”. Questo era un infuso di seme tostato e polverizzato della Coffea, una pianta della famiglia delle Rubiacee, a causa del suo gusto amaro ricordava più il veleno che una bevanda rinfrescante ma nel tempo si iniziò ad apprezzarlo per le sue proprietà stimolanti ed energizzanti. Questa bevanda sempre più diffusa caratterizzò nel corso del settecento e ben oltre la metà dell’ottocento l’apertura di una decina di Caffè a Firenze che non erano soltanto luoghi di incontro per la gente comune ma anche di incontri tra letterari, poeti, filosofi, pittori, politici e nobili, il successo del caffè fu rapido e dilagante.



FOSCO SCARSELLI

Fosco Scarselli dietro al bancone del Golf Club dell'Ugolino prepara un cocktail per una nobildonna e un industriale. Fine anni 50

Fosco Bruno Sabatino Scarselli, classe 1898, è un ragazzo che conobbe il fronte e la prigionia nella Prima Guerra Mondiale, rientrato a Firenze nell’anno 1917 approdò alla bottega di Gaetano Casoni, diventandone il barista. Fosco era una persona riservata, a volte un po schiva ma molto elegante ed educata, per questo era ben voluto dai gentiluomini che frequentavano il Casoni nonché persona fidata del conte Negroni che amava tanto confidarsi con lui e raccontargli la propria vita avventurosa bevendo un ottimo drink che soddisfava appieno i suoi desideri, il conte era solito fare la sua prima tappa quí prima di raggiungere l’elegante salotto del Grand Hotel di Firenze, oggi St. Regis.



DAL NEGRONI ALLA 19a BUCA


Tra il 1932 e il 1933 la Drogheria Profumeria Casoni cessó di esistere dando posto al Caffè Giocosa. La nuova società non assunse Fosco, che però fu chiamato a gestire il bar di una nuova e prestigiosa struttura poco fuori Firenze: il "Golf Club dell’Ugolino" del conte Giuseppe Della Gherardesca (1877-1968), nobile fiorentino, cliente anch’esso del Casoni e grandissimo amico di Camillo, conosceva e stimava molto Fosco. L’Ugolino in quei tempi divenne piuttosto esclusivo frequentato non soltanto da nobili e ricchi imprenditori, ma anche da gerarchi e personaggi politici influenti. Fosco proponeva il suo ormai classico Negroni, ma

anche altri cocktail di sua invenzione, come il “Mercedes” e la “19a buca”. Inizio Seconda Guerra Mondiale l’Ugolino si arrestò di colpo riprendendo l’attività alla fine del conflitto. Alla fine degli anni 50 fu immesso in commercio un prodotto finito etichettato “Old Negroni Cocktail”,

Old Negroni cocktail di Treviso
Old Negroni cocktail di Treviso

fatto e imbottigliato da un’azienda di Treviso. Era una ricetta originale dell’azienda che però risultava una volgare imitazione del famoso aperitivo. Si cercava di sfruttare commercialmente il successo di un cocktail in voga. Fu allora intentata una causa promossa da alcune case produttrici di liquori capitanate da Campari contro l’azienda trevigiana.

Durante le udienze, oltre al testimone principale Fosco Scarselli, si racconta di una schiera di clienti e barman che affermavano che il Negroni era nato a Firenze negli anni 20 e che il prodotto contenuto nella bottiglia era un fasullo. La fabbrica trevigiana perse la causa e fu costretta a ritirare il prodotto dal mercato. Il cocktail Negroni, già leggendario, entrò così nella cronaca giudiziaria e perciò agli atti della Storia "Una parte di Gin, Una parte di Campari, una parte di Vermouth di Torino", questa è la ricetta del cocktail più aristocratico e probabilmente anche quello con più storia documentata al mondo. La famiglia Scarselli proseguì la gestione del bar fino agli anni sessanta. Scriverò un articolo dove saremo sulle tracce del conte Camillo Negroni un articolo interamente dedicato a questo personaggio affascinante e misterioso.

Cocktail Nagroni

Casa editrice: Giunti

Titolo: Negroni cocktail, una leggenda italiana

Autore: Luca Picchi

Riassunto a cura di Adriano Fasano



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